Con grande dispiacere non posso essere presente a queste tre giornate molto importanti, al primo incontro di liberazione della Terra, ma con il mio pensiero e il mio cuore sono li’ con voi. Vi mando questo messaggio e un forte abbraccio.

Siamo continuamente bombardati/e da un’infinita’ di sostanze tossiche emesse nell’aria, nel terreno, nei fiumi e nei mari; sommersi/e da nocivita’ industriali e tecnologiche. Biotecnologie e nanotecnologie stanno per compenetrare l’intero tessuto di questa societa’. Intossicati/e, considerati/e cavie e pezzi di ricambio, violati/e nel profondo dei nostri corpi… tra l’alienazione di un mondo di circuiti elettronici…
Ogni giorno, proprio in questo momento, una parte della foresta amazzonica viene distrutta per sempre. Specie animali e vegetali di cui non conosciamo l’esistenza si stanno estinguendo, per i fragili e complessi legami ed equilibri del mondo naturale insieme ad esse si estingueranno tante altre specie. Il peso della distruzione di ecosistemi e della loro biodiversita’, del continuo depredare le loro “risorse” per il bisogno energetico del sistema industriale, degli stravolgimenti climatici e’ un peso dalle terribili ed irreversibili conseguenze per l’intero pianeta e per ogni essere vivente da non poter essere considerato una questione secondaria. Cosi’ come l’importanza delle lotte ecologiste radicali per contrastare questo sistema che si fonda sull’avanzata del progresso scientifico e tecnologico.
Quelle stesse multinazionali che qui da noi hanno le loro sedi e centri di ricerca ed espandono il loro potere e i loro progetti in modo piu’ subdolo, nel sud del mondo manifestano apertamente il loro volto di morte. Per i contadini depredati dei loro saperi e obbligati dalle multinazionali biotech come Monsanto a piantare semi OGM sterili, per le ultime tribu’ rimaste tra le foreste che stanno scomparendo per fare spazio a monoculture di soia e per ricavare biocarburanti, per loro e’ una questione di sopravvivenza.
Non reagire equivale a morire. Armi in pugno stanno resistendo all’avanzata delle multinazionali e della civilizzazione. La loro resistenza e’ anche la nostra, parte della stessa lotta.
Le lotte di liberazione animale e della Terra sono parte dello stesso percorso, non possono essere scisse e considerate separate.
Ogni essere vivente e’ legato dallo stesso filo di sfruttamento. E’ lo stesso sistema, lo stesso paradigma antropocentrico che reifica ogni essere vivente, riducendolo a mero numero, a merce, a carne da macello, a risorsa da utilizzare, ad aggregazione di organi da sezionare, ad insieme di cellule, geni e atomi da plasmare e modificare…
I tanti piani di sfruttamento e oppressione del sistema sono come tante dimensioni che si compenetrano e si fondono una nell’altra, formando una fitta rete di legami e relazioni. Estraniare una specifica questione da questa fitta rete e’ perdere il contatto con la realta’ attorno a noi e non sapere piu’ capire le evoluzioni del dominio.
Dobbiamo chiederci a cosa ci opponiamo, se al dominio in ogni sua manifestazione, nel portare avanti progetti specifici dobbiamo riconoscere le necessita’ dell’unione delle lotte di liberazione. Non perdendo mai quella tensione che ci spinge ad essere in conflittualita’ con l’intera societa’, che non ci fa accontentare, che non ci fa nascondere dietro le parole ma le fa diventare pratica.
“Protestare e’ dire che qualcosa non ci va, opporci e’ fare in modo che quello che non ci va non accada piu'” (Ulrike Meinhof, militante della RAF).
Opporci e’ dare concretezza al nemico, renderlo chiaro e visibile davanti a noi; e’ dare concretezza al nostro sentire e al nostro pensiero.
Solo unendo in un unico fronte le lotte di liberazione animale ed ecologiste radicali sapremo fronteggiare la complessita’ e profondita’ del dominio, con una lotta che vada oltre la superficie per scardinare all’origine e nella totalita’ ogni forma di sfruttamento.
Potremmo dire che la strada che abbiamo intrapreso e’ facile, che non faremo mai errori e che riusciremo ad ottenere tante vittorie. Probabilmente avvicineremo piu’ militanti, ma cosi, senza essere pronti/e ad affrontare le prime difficolta’, quando si presenteranno l’intero movimento potra’ collassare. Per evitare questo dobbiamo essere consapevoli che in realta’ la strada e’ lunga e tortuosa, piena di ostacoli che a volte ci sembreranno insormontabili. Faremo degli errori, subiremo delle sconfitte, alcuni/e abbandoneranno la lotta e dovremmo scontrarci con la repressione… ma nonostante tutto questo, nonostante il contesto attorno a noi ci appaia sempre piu’ desolante e sia sempre piu’ difficile trasmettere i nostri messaggi nella loro complessita’ e radicalita’, se non siamo noi, se non sei tu a decidere di combattere, chi lo fara’? Se non iniziamo ora a lottare, quando? Se aspetteremo, se aspetterai, sara’ troppo tardi…
Di fronte allo scenario che ci circonda se siamo assaliti/e dall’impotenza e dallo sconforto, non dobbiamo cedere a queste sensazioni, ma ribaltarle in consapevolezza e forza. Nella testa gira, vorticosamente, la domanda: “Cosa possiamo fare? Cosa potremmo mai fare contro tutto questo?”.
Per rispondere basta semplicemente iniziare ad invertire la rotta tracciata dal sistema, fermando quel corso degli eventi che i potenti ci vogliono far credere ineluttabile. Ognuno/a e’ indispensabile, anche solo un individuo puo’ fare la differenza, puo’ aprire una gabbia, e non esistera’ mai un prezzo troppo alto da pagare per aver salvato una vita… Piu’ individui possono diventare un bastone tra gli ingranaggi di questo sistema e attaccarlo nei suoi gangli vitali. Se tutte le persone che per la prima volta sono a questo incontro, quando sara’ finito, si impegneranno concretamente e con continuita’, potranno nascere nuove campagne di lotta e i progetti gia’ esistenti si rafforzeranno e cresceranno. Insieme potremo sviluppare un movimento di liberazione animale e della Terra forte della sua radicalita’, composto da piu’ anime e piu’ progetti specifici, ma tutti uniti dallo stesso amore, dallo stesso odio, dalla stessa rabbia, dalla stessa passione e ardente necessita’ nel petto di combattere contro chi sfrutta e uccide ogni essere vivente e la Terra, in conflittualita’ con l’intero esistente.
Senza la paura di sbagliare perche’ dagli errori impareremo e ci alzeremo piu’ consapevoli e forti. Senza la paura della repressione perche’ non ci sono piu’ terribile gabbie di quelle che rinchiudono milioni di animali. Perche’ verso un pianeta morente dobbiamo imparare il coraggio di rischiare la nostra liberta’, perche’ le gabbie piu’ grandi sono quelle che ci costruiamo attorno al nostro cuore e alla nostra mente, fatte di indifferenza e giustificazioni per non agire…
Sotto pelle quel brivido che ci fa vivere la vita fino all’ultimo respiro, rimanendo senza fiato, con il cuore in gola e i pugni sempre stretti. Con la certezza di combattere con tutte le nostre forze fino in fondo… Alziamo gli occhi tra la luce delle stelle e conquistiamo il cielo…

A tutti gli spiriti liberi e selvaggi

Che rimangono tali anche se rinchiusi tra le sbarre di una prigione o di una gabbia.

Liberta’ per Costantino Ragusa, Luca Bernasconi, Marco Camenisch e tutte le prigioniere e i prigionieri rivoluzionari/e

Silvia Guerini, Carcere di Biel-Svizzera, luglio 2010