In solidarieta con lo sciopero della fame di Billy Costa Silvia e Marco,
martedi 14 settembre abbiamo fatto un volantinaggio nelle zone
circostanti il Politecnico di Zurigo e in una piazza centrale di Zurigo
dove è stato anche calato uno striscione di sette metri riportante la
scritta: “technology is born to do a step forward in control of human
animals and earth. AGAINST DOMINATION! NO NANOTECH, NO BIOTECH!”

riportiamo il volantino distribuito


Il mondo in cui viviamo si trova in una fase di rapido cambiamento, ma non ce ne
rendiamo quasi conto. Ciò che ieri era una novità, oggi lo diamo già per scontato.
Ciò che ieri destava inquietudine ed era causa di rivolte, oggi già lo abbiamo
accettato, rimosso dai nostri pensieri o semplicemente dimenticato. Viviamo in un
eterno presente, come se il mondo non fosse mai stato e non potesse mai diventare
differente.
La plastica e l’asfalto, le merci e le tecnologie, l’industria e i complessi
d’ufficio nonostante esistano solo da poche generazioni sono un fenomeno mondiale in
continua crescita, immaginarsi una esistenza senza di loro diventa sempre più
difficile. Quotidianamente accettiamo questo mondo così com’è, privo di vita ma
funzionale…
L’idea del progresso, della macchina come mezzo di emancipazione, dell’approvazione
a priori di ogni innovazione tecnologica, si rivela come una conclusione errata, al
più tardi nel momento in cui consideriamo il generale impoverimento dei rapporti
umani, sia in modo qualitativo che quantitativo per fare spazio a una alienazione
dilagante. Il legame tra il nostro ambiente e le persone con cui lo condividiamo,
la storia che lo ha plasmato e infine con noi stessi, diventa sempre più debole.
Non solo i fattori portanti di questo cambiamento vanno al di la della nostra
comprensione, ma la maggioranza delle persone non sembra nemmeno nutrire interesse
nel riflettere sulle loro origini e le loro conseguenze. L’organizzazione tecnica
della società, l’estrema specializzazione e divisione del lavoro rendono sempre più
profondo il fossato tra le attività che esercitiamo e la nostra capacità di
comprenderne i loro effetti. Da quali considerazioni e necessità nasce questo
“progresso” e cosa lo fa avanzare? Con l’ipocrisia della “neutralità della
scienza”, gli interessi del dominio non vengono mai analizzati in modo critico. Non
è difficile vedere che le ricerche scientifiche servano in primo luogo all’aumento
della produttività, alla razionalizzazione e al rafforzamento dello sfruttamento e
di conseguenza anche al necessario aumento del controllo sulla vita. Tutto questo
serve quindi al mantenimento dell’ordine vigente in ogni suo aspetto. Fondamenta e
motori della nostra epoca, tecnologia e scienza sono i mezzi – certamente i più
potenti – al servizio del potere e proprio per questo non sono mai stati neutrali.

A noi qui però interessa parlare di uno sviluppo che penetra in modo ancora più
capillare nella nostra vita. Uno sviluppo che sta avvenendo in una dimensione
talmente minuta che noi non siamo più in grado di percepire con i nostri sensi.
Questo ci rende quindi dipendenti da esperti, che a un certo punto ci informano a
proposito di decisioni su esperimenti e applicazioni tecnologiche pratiche prese al
di sopra delle nostre teste. Da parecchio tempo, nelle università e nei centri di
ricerca vengono sviluppate bio e nanotecnologie che rendono possibile la
manipolazione della materia a livello molecolare e atomico. Qui non si tratta più di
semplici esperimenti circoscritti a degli spazi delimitati; adesso è il nostro
stesso pianeta ad essere usato come laboratorio. Gli organismi geneticamente
modificati, le nanoparticelle così come il radioattivo, si inseriscono
irrevocabilmente nel mondo in cui noi tutti viviamo. Innumerevoli generi alimentari
già contengono sostanze manipolate in questo modo. I sostenitori di tali tecnologie
proclamano publicamente il loro uso per scopi umanitari – nella medicina, nella
produzione alimentare e in generale nel “miglioramento” della nostra vita. I veri
interessi di chi esercita il potere, però, sono altri. Come la maggioranza dei
sistemi tecnologici, anche le nano e biotecnologie sono state sviluppate in gran
parte da ricerche in ambito militare. Il loro potenziale di intrusione in ogni
aspetto del quotidiano, quindi di ampliare considerevolmente il controllo sociale
diventa subito evidente. Già esistono dei microchip di dimensioni talmente ridotte
da essere invisibili all’occhio nudo (RFID) che possono essere piazzati su qualsiasi
prodotto con lo scopo di seguirne gli spostamenti. Sementi manipulate in modo da
essere sterili e che quindidevono essere ricomperate ogni anno, sono già comunemente
di uso commericale. Minuscole nanomacchine utilizzate nel campo della sorveglianza e
chip da impiantare contenenti informazioni personali (come il “Veri-Chip” della
ditta ADS) probabilmente si diffonderanno in futuro.

Non vogliamo fare un’ulteriore lista degli orrori creati da questa società. Se ciò
servisse a scuotere la gente, allora avremmo già migliaia di focolai di rivolta –
No, già Hobbes sapeva che “tra tutte le passioni, la paura è quella che meno porta
le persone a trasgedire la legge”. Nonostante la opprimente presenza dell’ordine
vigente, per prima cosa bisogna imparare a sognare di nuovo – sognare una vita fuori
dalle logiche del rendimento e del controllo, un mondo totalmente diverso dove non
ci lasciamo sottomettere né da persone, né da macchine. Dobbiamo imparare a
trasformare in realtà i nostri sogni, con tutte le lotte che ciò implica…

Entrare in dialogo con i potenti che sviluppano e fanno sviluppare tali tecnologie,
ne implementano l’utilizzo e ne approfitano, è una perdita di tempo e di energia. In
tal dialogo loro vinceranno sempre. In fondo tali sviluppi non sono portati avanti
solo dai fantasmi di alcuni scienziati e tecnocrati, ma dalla logica di un intero
sistema che spinge in questa direzione. Nel suo bisogno di espansione, il
capitalismo divora tutti gli ambiti dell’esistenza che possono ancora essere messi
sul mercato. Dopo essersi già impatronito da molto tempo dell’intero pianeta, ora
cerca di approfondire il proprio potere – fino nei minimi particolari. Più è
complesso il sistema, più pericolosi diventano i disturbi. Ciò crea quindi la
necessità di un controllo il più completo possibile sulla vita – il fattore
dell’imprevidibilità per eccellenza.
Tale logica è insita in tutte le tecnologie sviluppate sotto il dominio del
capitalismo. Finché non saremo capaci di decidere – nel rifiuto di ogni forma di
dominazione e a partire di riflessioni sociali e etiche – quali sono gli sviluppi
tecnici che favoriscono la libertà e quali invece quelli che sottomettono e perciò
vanno distrutti, risulta assurdo discutere di un loro uso “buono” o “cattivo”.
L’efficacità tecnologica può essere raggiunta solo grazie alla specializzazione che
separa la discussione sulle sue consequenze dalle persone che ne sono colpite e che
la relega a un livello puramente scientifico. Pensiamo che sia necessario fare un
passo indietro e riconoscere questi sviluppi per quello che realmente sono: Ovvero
un attacco contro ogni capacità di autodeterminazione delle nostre vite. A chi non è
d’accordo con l’evoluzione di questo mondo, non rimane nessun luogo in cui
ritirarsi. Il nostro rifiuto può solo sfociare in una lotta che mira alla
distruzione di queste tecnologie, cioè allo sconvolgimento dell’intero ordine
sociale che produce queste mostruosità.
Anarchici

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Con questo volantino vogliamo esprimere la nostra solidarietà con lo sciopero della
fame di Billy, Silvia, Costa e Marco iniziato il 10 settembre e che durerà 20
giorni. I primi tre sono stati arrestati il 15 aprile 2010 a Langnau am Albis
(Zurigo) perché presumibilmente avrebbero voluto attacare il centro di ricerca IBM
di Zurigo. Da allora si ritrovano in tre prigioni diverse in Svizzera. Marco
Camenisch è detenuto già da quasi 20 anni per atti di sabotaggio nella lotta contro
le centrali nucleari.