Le distruzioni di colture OGM avvenute in Spagna ed in Francia, il sabotaggio al campo sperimentale ed i danneggiamenti compiuti in Svizzera sono il miglior contributo dell’asteta al “dibattito sulla modificazione genetica”. La questione è chiara: il rifiuto di queste tecnologie non si limita ad essere un semplice dubbio sul fatto che la modificazione genetica possa rivelarsi un pericolo per la nostra salute o quella delle generazioni future. Tecnologie di tale portata non possono essere criticate esclusivamente sulle conseguenze dirette che avranno sulla nostra pelle, tralasciando o ponendo su di un piano marginale tutte le altre conseguenze ecologiche e sociali che stiamo già vedendo con il diffondersi degli OGM. Sul piano della salute umana ad insistere sono le associazioni di consumatori, i partiti più o meno verdi e tutta quell’opposizione che va a braccetto con le multinazionali e le loro innovazioni suicide.
Dalle azioni di quest’estate emerge chiaro il reale peso che lo sviluppo e la diffusione di queste tecnologie di morte portano con sé: l’aggiunta di un anello decisivo alla catena che sta imprigionando la vita di tutto il pianeta. Per quanta carta e quanti soldi spendano nella loro propaganda, sappiamo bene che dietro agli OGM c’è la volontà di miglioramento delle condizioni di miliardi di contadini e persone che pagano le conseguenze delle “rivoluzioni verdi”. Non c’è nessuna spinta caritatevole verso le popolazioni che soffrono il lascito di un colonialismo mai interrotto. Né tantomeno c’è, come azzarda qualche scienziato nostrano, la possibilità di contribuire al ripristino di una biodiversità persa a causa di quelle stesse multinazionali. Non siamo cosi stolti ed ingenui da credere alla menzogna che dietro a questi giganti agrochimici vi sia un’etica che li guidi nei propri sviluppi e nei propri investimenti.
Il cibo è un bisogno fondamentale da cui dispensiamo per sopravvivere, qualcosa di cui non possiamo fare a meno. Cereali e legumi sono la base della nostra alimentazione e di quella degli animali rinchiusi negli allevamenti. Il controllo sulla produzione e lo smercio di queste sementi, in termini sia politici che economici, è più che un affare: è l’afferrare e detenere il controllo sulla nutrizione di ogni individuo di questo pianeta.
In termini politici i governi hanno tutto l’interesse di promuovere industrie e mercati nel tentativo continuo di imporsi sullo scenario internazionale, e hanno tutto l’interesse a sottrarre autonomia alle comunità locali. Questo specialmente in quei paesi creati da artificiosi giochi coloniali, i quali governi, a loro volta, sono frutto di giochi economici “post-coloniali”.
In termini economici è palese l’avido interesse di aggiudicarsi la proprietà di quelle sementi che saranno impiegate (per imposizione) da tutti gli agricoltori del mondo e che sapranno garantire dipendenza e sudditanza grazie alla loro irriproducibilità. Non stupisce allora che le multinazionali si dotino di strumenti comuni con i governi (l’ EFSA) per poter continuare indisturbatamente la loro marcia nel senso stesso dell’economia capitalista: il controllo ed il dominio traducibili in profitto.
In quest’ottica è possibile comprendere la portata e la gravità di queste tecnologie: ci stanno impedendo, con la loro diffusione, di pensare ed attivare ogni prospettiva di autonomia e riappropriazione delle nostre vite fuori, lontano, dai canali di questa economia suicida ed omicida.
E’ comprendendo quest’ottica che è possibile costruire costruire un’opposizione che sia tale e non funzionale alle aspirazioni di arricchimento delle corporation agro-chimiche ed a quelle di dominio dei governi sulle spalle e sulla pelle di tutte le popolazioni di questo mondo. E’ comprendendo la gravità insita in queste necrologie, che stanno venendo sviluppate unicamente per rafforzare e radicare ulteriormente questo modello produttivo agricolo industriale devestante e questo sistema sociale devastato, che si può intendere il senso e l’urgenza di contrastare ogni coltivazione OGM, commerciale o scientifica, nonché ogni laboratorio, ogni università, ogni azienda, od istituzioni ed ogni multinazionale stessa conivolta nello sviluppo e nella diffusione di biotecnologie sul pianeta. Il pianeta stesso è il laboratorio dove testare queste tecnologie, attenderne i risultati equivalga condannarsi: OGM ed ogni modificazione segli esseri viventi vanno fermate ora!
Svizzera, Ottobre 2010