… A TUTTE LE PRIGIONIERE E PRIGIONIERI POLICHE/CI CILENE/I E
MAPUCHE, A TUTTI I POPOLI ORIGINARI IN LOTTA
QUESTO MESSAGGIO E TRE GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME
SIMBOLICO – 17/19 OTTOBRE 2010

Dall’esterno mi giungono notizie purtroppo frammentarie a causa della lunghissima
censura, su una forte retata repressiva in Cile con molti arresti di compagni e compagne
anarchici/che e di uno sciopero della fame dei prigionieri/e Mapuche.
Nonostante non abbia ben delineata la attuale situazione, con queste righe e uno sciopero
della fame simbolico di tre giorni dal 18-20 ottobre, voglio trasmettere la mia piena
solidarietà e vicinanza a tutte le cilene e cileni arrestate/i e alle prigioniere e prigionieri
Maupche in sciopero della fame. Che questo mio messaggio superi queste sbarre e
giunga fino alle galere cilene e argentine…
Colgo l’occasione per qualche breve riflessione.
Il popolo Mapuche si scontra ogni giorno con la repressione e la violenza dello Stato e dei
suoi “carabinieros”, con l’espropriazione delle loro terre e il potere della multinazionale
Benetton. Dalle proteste con picchetti, blocchi stradali e manifestazioni la lotta si è
rafforzata e cresciuta con i tanti attacchi e sabotaggi di chi non è più disposta/o a subire
passivamente il domino dello Stato e della Benetton sulle proprie Terre native e sulle
proprie vite.
Un impostante salto di qualità nella lotta si può riscontrare anche in Cile, tantissime le
azioni con rivendicazioni e scritti sempre più approfonditi nell’analisi e riflessioni. Contributi
veramente importanti e significativi per una crescita dell’intero movimento rivoluzionario
internazionale.
Tanti gli attacchi del FLA (Fropnte de Liberacion Animal) o del FLT (Fronte de Liberacion
della Tierra) a macellerie, allevamenti di animali, antenne di telefonia, tralicci, centri di
ricerca… Con un messaggio contro ogni autoritarismo e specismo.
“[…] Consideriamo la tecnologia come uno strumento che facilita l’alienazione ed il
controllo dei potenti sulla gente sfruttata. […] Potremmo prolungarci ancora sulle relazioni
superficiali che le tecnologie fomentano, le quali definitivamente non sono neutrali.”

(da un’azione contro un’antenna di telefonia della “Banda Salvaje e Insurrecta en Guerra
Contro la Dominacion”, maggio 2010, Santiago del Cile)
“[…] Migliaia di animali sono quotidianamente assassinati dall’industria dell’allevamento,
assassinati dalla cupidigia umana, avallata dall’idea che gli animali sono risorse per il
beneficio umano. Né le false intenzione che si nascondono dietro la buona alimentazione,
né la volontà di un falso dio giustificano il quotidiano genocidio dell’industria della carne. È
Per questo che lo specismo trova appoggio solo nell’autoritarismo, anche se a molti costa
ammetterlo.”

(da un’azione contro una macelleria del FLA, maggio 2010, Santiago del Cile)

Dobbiamo evitare il rischio di cadere in facili mitizzazioni, avvolgendo i popoli originari e le
lotte di altri paesi di un’atmosfera lontana ed esotica, ma consapevoli anche delle
differenze, dobbiamo riconoscere la valenza e l’importanza delle loro lotte. Non limitiamoci
però solamente a brindare alle rivolte che accendo paesi lontani, nascondendosi dietro
alle considerazioni su contesti sociale differenti dal nostro, che non sono altro che
giustificazioni per proseguire nella nostra tranquilla quotidianità.
Facile è essere spettatrice e spettatore davanti allo schermo di un computer, ben comode/i
sedute/i su una sedia, ben più difficile è alzarsi e trasformare in pratica le proprie parole
radicali.
Non ci possono essere giustificazione, sappiamo chi sono i diretti responsabili del continuo
sfruttamento e distruzione. Ma questa consapevolezza va unita all’analisi degli attuali
rapporti di domino e dei legami che intercorrono tra tutte le forme di sfruttamento, per la
costruzione di un percorso di lotta a lungo termine.
Un’opposizione discontinua nel tempo che salta da un obbiettivo a un altro in base alle
“tendenze” del momento lasciandosi trasportare solo da un impeto momentaneo e fugace,
non sarà mai in grado di diventare una forte lotta che sappia minare alle fondamenta di
questo sistema.
Le ultime tribù rimaste, difendendo i loro ancestrali territori e quindi la loro stessa
sopravvivenza, sono un baluardo nella difesa degli biomi rimasti intatti dallo sfruttamento e
distruzione. Multinazionali biotech per la produzione di soya, mais, zucchero, olio di palma,
biocarburanti… Compagnie del legname, petrolifere, idroelettriche, estrazione di minerali
rari e preziosi necessari per la realizzazione di componenti elettronici, miniere e cave a
cielo aperto di carbone… Pochi esempi delle infinite devastazioni che arrivano fino alle
viscere di questa terra, tentacoli di questo mostro industriale e tecnologico alla continua
ricerca di nuove risorse energetiche e materie prime per continuare a sopravvivere.
Sta a noi recidere quei tentacoli…
A fianco delle tribù dell’Amazzonia, dei Mapuche, delle contadine e contadini dell’India, dei
combattenti del Delta del Niger… Contro l’impero Benetton, ogni multinazionale e questo
sistema di morte. Contro ogni repressione e l’oppressione e annientamento dei popoli
originari.
Ricordando anche i caduti in battaglia come il compagno Maurizio Morales, che rimarrà
sempre vivo nella fiamma della lotta, negli occhi e nel cuore di ogni combattente…
A quella luna di Giove che gli aborigeni australiani vedono ancora in alto nel cielo…
A quell’impercettibile suono che sale dal profondo della terra…
Lontani echi di ancestrali melodie, ritmici suoni che si perdono nel tempo e nello spazio…
Antichi canti di battaglie ritornano urlanti ad accendere gli animi e la forza della lotta…

Silvia Guerini, carcere di Biel-Svizzera, Ottobre 2010