Dal 1 al 28 maggio intraprendiamo un nuovo sciopero dei pasti a staffetta di 7 giorni ciascuna, come nuova iniziativa collettiva per dare continuità ai legami e rapporti già intrecciati con altri scioperi e molte iniziative solidali e di lotta fuori dal carcere, e anche come risposta ai tentativi della procura federale svizzera e della repressione internazionale di denigrare, isolare e stroncare le lotte.
Tentativi che rimarranno sempre vani davanti alla nostra determinazione di non spezzare quel filo che ci unisce a voi compagni/e fuori ma di invece continuare a tesserlo insieme, come parte del movimento rivoluzionario, del movimento di Liberazione Animale e della Terra.
Un anno fa, l’inizio dell’enorme catastrofe BP-Deep Water-Horizon conferma il principio della società tecnoindustriale che i suoi rimedi tecnologici alle catastrofi della tecnologia saranno sempre peggiori del male che pretendono di curare, aggiungendo invece a ogni distruzione un’altra e più grande distruzione. In questo caso con l’agente chimico a composizione nanotech e segreta dalle conseguenze ignote irrorato in modo sperimentale in quantità enormi nell’ambiente marino.
A composizione segreta come il composto chimico immesso ad alta pressione insieme a sabbia ed acqua nelle profondità del sottosuolo, per, grazie a nuove tecnologie, la perforazione estrazione del gas sciste, vale a dire non più del gas naturale in grandi bolle in via di esaurimento, ma del gas contenuto in miriadi di bollicine racchiuse negli strati scistosi come l’argilla. Con ben immaginabili conseguenze disastrose come i terremoti e l’ulteriore inquinamento chimico in superficie e delle falde acquifere. Emblematico è la proliferazione nei media corporativi delle pubblicità del gas come energia verde che con Fukushima ha soppiantato quelle per l’energia nucleare come energia pulita…
E le immagini del nord del Giappone sono entrate nelle nostre case e celle con tutta la loro forza impressionante di un evento difficile da immaginarsi.
L’ indomabilità degli elementi naturali mette a nudo tutta la presunzione antropocentrista del progresso tecno-scientifico e, insieme alla vita di migliaia di persone, spazzano via in un pomeriggio tutte le certezze di una società urbana.
Tutt’intorno a noi scienza, economia e governi hanno modellato l’esistente ponendoci tutti in sospeso su di un’impalcatura autoreggente artificiale tutt’altro che solida: appunto la società tecnologica e industriale.
Da millenni di civilizzazione ora condensata nella sua espressione più totale e globale che è il Capitale multinazionale, siamo forzati/e tutti/e ad affidare le nostre vite alle sue nocività e illusioni. Con la stupida arroganza che lungo tutta la storia ha caratterizzato ogni dominante, il potere non può permettersi una messa in discussione di sé e del presente in cui ci ha costretto. Disposto ai ritocchi, comunque sempre false soluzioni, solo se possono rafforzare la sua legittimità, non può però che continuare a riprodursi in una spirale continua i cui cerchi asfissianti vanno sempre più restringendosi attorno a noi. Dove le bio- e nanotecnologie interne a questa spirale nociva che è il sistema in sé, non sono affatto semplici ed ulteriori sviluppi tecnologici tra i tanti, ma sono invece la tecnologia chiave con cui tutta l’impalcatura su cui siamo deportati/e lontani/e dal nostro mondo naturale si sta restaurando e, all’interno della spirale tecno-industriale, rappresentano quell’anello di catena che va a chiudere il cerchio d’acciaio del dominio delle nostre vite e su tutto l’esistente.
Dove a preoccupare i profitti dei padroni e delle loro multinazionali non sono più tanto quelle masse divenute succube del progresso materiale, bensì i “limiti” stessi di questo pianeta. Nasce l’esigenza allora di ottenere nuove materie prime, nuovi materiali e sostanze con nuove proprietà, nuove forme di produrre energia, nuove specie vegetali e animali “migliorate”, nuove applicazioni alimentari, industriali e mediche ottenute con la manipolazione del vivente e della materia. Innovazioni che, come d’altronde tutte le cruciali innovazioni tecnologiche della civilizzazione, nascono dalle esigenze militari per la guerra imperialista verso l’esterno e l’interno per la trinità conquista, controllo e sfruttamento.
Guerra, che oggi più che mai trascende l’ambito militare e ha allargato il suo fronte, appunto, a ogni espressione del vivente e della materia sia nano sia macro e supera finanche il pianeta terra per sé.
Così ogni settore produttivo investe in queste tecnologie, ma non accontentandosi più della ristrettezza dei laboratori di ricerca ma trasformando, dopo averlo trasformato finanche insieme allo spazio in un unica discarica mortifera e nauseabonda, l’intero pianeta in un laboratorio, un nuovo mondo vivente, o meglio agonizzante, ingegnerizzato.
Non per – come vogliono far credere le grandi campagne di <<green-washing>> del terrorismo mediatico e statale delle corporazioni – risolvere i disastri sociale e ambientali originati dal sistema, ma per poter continuare sempre e ancora a riprodurre questo sistema di dominio e di sfruttamento fino a chiudere definitivamente l’accerchiamento tecno-industriale.
Attraverso questa iniziativa vogliamo trasmettere uno specifico sentire rivoluzionario anarchico ecologista, che ci porta a contrastare con una priorità d’intervento le biotecnologie, le nanotecnologie e la ricerca nucleare poiché nocività pilastro su cui il sistema va ricombinandosi.
Ecco perché cogliamo l’occasione anche e soprattutto per un appello al rilancio della lotta all’ingegneria genetica e in particolare alla continua diffusione, articolata dall’EFSA a Parma come passaggio obbligatorio, degli OGM in Europa sostenuta dalle multinazionali chimiche e agro-alimentari, che puntano ad una liberalizzazione delle sementi OGM. Anche questo è parte, e parte cruciale, del tentativo d’estendere il controllo e dominio totale e assoluto in tutti i processi biologici (come per quelli sociali ed economici con la nanotecnologia/tecnologia informatica) riducendo l’essere vivente ad un mero aggregato di geni da plasmare a convenienza della produzione.
Lotta che non passa delegando ad esperti/e o politici/he sempre complici ma organizzando iniziative ed agendo diffusamente per fermare queste necrologie.
Con questo sciopero ribadiamo la nostra volontà di rimanere soggetti attivi in un più vasto percorso di lotta a lungo termine, abbattendo muri, sbarre e frontiere del potere e rinnovando complicità attiva a tutti/e coloro che lottano contro l’oppressione dell’uomo sull’uomo, sulla donna, sugli altri animali e sulla terra tutta!
Complicità e solidarietà incondizionata ai ribelli che il 7 febbraio si sono opposti a un trasporto della morte in Val Susa!
Complicità e solidarietà incondizionata ai/alle 5 compagni/e sequestrati/e il 6 aprile 2011 e a tutti/e colpiti/e da questa ennesima repressione basata sui fascistissimi articoli associativi d’Italia!
Solidarietà ai/alle compagni/e della guerriglia sociale ostaggi in Grecia, in Cile, in Argentina, in Messico, e dappertutto nel mondo!
Solidarietà ai/alle compagni/e della montatura “caso bombas” ed ai quattro prigionieri politici Mapuche, tutti/e in sciopero della fame e ostaggi dello stato fascista in Cile!
Nonché a tutti/e i/le prigionieri/e rivoluzionari/e ostaggi della guerra sociale qui in Europa come nelle Americhe e ovunque nel mondo!
E non per ultimo, un caloroso saluto rivoluzionario a voi compas riuniti/e in questo 1. Maggio qui a Zurigo e nel resto della Svizzera, dove nella convergenza delle vostre specificità ci sappiamo vivamente presenti, dove, come prigionieri/e rivoluzionari/e, ci sappiamo vivamente presenti anche nella forte mobilitazione e partecipazione internazionale contro la repressione e per la liberazione di noi prigionieri/e rivoluzionari/e !
Con la solidarietà in movimento, la repressione non fermerà le nostre lotte! La passione per la libertà è più forte di ogni autorità!
Inizio maggio, dal carcere svizzero
Silvia, Costa, Marco, Billy