Le nanotecnologie saranno uno dei punti all’ordine del giorno al Word Economic Forum. Questo è significativo su quanto esse, insieme alle bioteccnologie, sono più di un semplice sviluppo tecnologico. Rappresentano una scelta strategica e fondamentale per la sopravvivenza di questo sistema tecno-industriale, sono i mattoni con cui si ristrutturerà in ogni suo settore.
“Controllate il petrolio e controllerete le nazioni, controllate il cibo e controllerete i popoli” (Kissinger, 1970). Un controllo delle riserve alimentari di base, delle risorse, delle materie prime e rare, per tenere in scacco interi popoli, ma soprattutto per espandere e sviluppare un sistema tecno-industriale. Il progetto per raggiungere l’obiettivo strategico del controllo della sicurezza alimentare globale fu iniziato negli anni ’30 in America con la creazione del settore multinazionale dell’agribusiness. Un impero che finanziò la “Rivoluzione Verde”, le multinazionali petrolchimiche si accaparrarono il settore dei brevetti, dei semi, imposero e introdussero gli ogm nei paesi del Sud.
Queste multinazionali si riorganizzarono come aziende della “scienza della vita” mentre dai loro laboratori uscivano semi ogm sterili.
Dalla rivoluzione b iotecnologica a quella nanotecnologica: un filo continuo che si intreccia sempre più, che fonde in sè le trame delle scienze convergenti (biotecnologie, nanotecnologie, informatica, neuroscienze) per espanderis invisibile e inglobare ogni aspetto della nostra vita e penetrare nei processi biologici di ogni essere vivente.
“L’eliminazione degli assunti animistici, organici, sul cosmo segnò la morte della natura: l’effetto di più vasta portata della rivoluzione scientifica. Poichè la natura veniva considerata ora un insieme di particelle morte, inerti, mosse da forze esterne anzichè interne, la cornice meccanica stessa potè legittimare la manipolazione della natura. Inoltre l’ordine meccanicistico, in quanto cornice concettale, era associato a un sistema di valori fondati sul potere, del tutto compatibile con gli orientamenti assunti dal capitalismo commerciale”. (C. Merchant, “la morte della natura”)
In Bolivia in una lunga marcia in difesa di madre Terra le tribù ancestreali insieme ai contadini e contadine sono riuscite a bloccare il progetto di costruzione di un’autostrada che avrebbe squarciato la foresta Amazzonica. Non potremmo percepire la foresta come elemento essenziale per la vita sulla Terra se anche noi non ci sentiamo parta di essa.
Finchè non ci sentiremo parte di un tutto e non capiremo che siamo solo una delle miriadi di specie animali, continueremo a rimanere indifferenti all’uccisione di milioni di animali per diventare oggetto da esperimento o pezzi di carne. Finchè non incroceremo lo sguardo di un anmale attraverso le sbarre di un laboratorio o di un allevamento, facendoci attraversare da quello sguardo in un incontro che è un’unione e un sentire dentro il nostro animo e il nostro corpo, continueremo a non aprire quella gabbia, a non opporci a tutto questo. Non ci rendiamo contro di quello che stiamo perdendo, che sta scomparendo per sempre, non solo la biodiversità ma anche il più intimo significato di ogni vivente e di noi stessi.
Un’empatia che non siamo più in grado di provare, in quel processo di disumanizzazione e reificazione del vivente che diventa oggetti, merce, materia da plasmare e modificare, aggregato di organi, cellule, geni, atomi…. Una separazione fisica, lontano dal nostro sguardo, ma anche una separazione emotiva. I nostri occhi posati su un’immagine violenta possono scorrere come su uno spot pubblicitario, abituarsi alla violenza e rimanere indifferenti, oppure scioccati, ma per l’attimo sfuggente di una reazione. Una distanza che porta alla non consapevolezza reale delle conseguenze di questo sistema ecocida, dell’origine di ogni nocività.
Le camere a gas riducevano l’uccisore a un ruolo di “ufficiale sanitario” al quale si chiedeva di introdurre dei “disinfettanti chimici”. L’uccisione e lo “smaltimento” dei cadaveri furono definite come un “problema medico”. La maggior parte non sparò e non introdusse gas, la maggior parte dei burocrati stilava e preparava progetti, erano in grado di sterminare un popolo stando seduti su una scrivania…. Non è evidente il legame causale tre le loro azioni e lo sterminio di cui nesuno è “direttamente responsabile”.
Ma ogni tassello dell’insieme è fondamentale per produrre il risultato finale. Così oggi università, centri di ricerca pubblici e privati, multinazionali, ognuno fa la sua parte.
Sono stata trasferita nel carcere penale di Hindelbank nella sezione ad “alta sicurezza con accompagnamento psicologico”, che di fatto è una sezione psichiatrica anche se non è definita tale.
L’assurda giustificazione è un “pericolo di fuga”, uncia motivazione che possono usare per mettermi in questa sezione separata e più chiusa, in questo carcere che non ha muri attorno, ma solo una rete. Accanto a questa sezione c’è quella di massima sicurezza, costruita negli anni ’70 per una compagna della RAF, significativo che poi divenne quella per donne con “gravi problemi psichiatrici e pericolosità”….
Il non mettere evidenti motivi politici dietro a un “pericolo di fuga” è negare la presenza di una prigioniera politica, ecologista radicale. Tutto questo si può riassumere con ” non ti reprimono per quello che hai fatto o non fatto, ma per quello che sei”. Per quello che siamo e che trasmettiamo con il nostro percorso di lotta e critica radicale.
Così come il clamore creato attorno al nostro processo, l’enorme dispiegamento di sicurezza, hanno mirato a nascondere ciò che fuori da quell’aula volevamo trasmettere leggendo la nostra dichiarazione e il significato del nostro processo. Così i giornali hanno parlato di “ecoterroristi” e non di quello che nei laboratori dell’IBM si sta preparando: il mondo del domani. Un futuro che è già qui.
L’artificiale prenderà posto del naturale in un cambiamento di paradigma così totale che cambierà il nostro stesso modi di vedere, percepire, sentire il mondo attorno a noi, noi stesse/i, i nostri rapporti, il significato stesso di esseri umani e di esseri viventi.
In America, ma in un contesto globale, in nome della sicurezza nazionale sono stati proposti disegni di legge che prevedono una protezione giuridica speciale per le industrie di sfruttamento animale, di inquinamento ambientale…. Viene definita come “organizzazione terroristica per diritti animali o ecologista due o più persone organizzate al fine di sostenere qualsiasi attività politica volta ad ostacolare o scoraggiare qualsiasi attività che coinvolga animali o che riguardino le risorse naturali”.
Partecipo allo sciopero della fame lanciato da Marco Camenish dal 20 al 29 gennaio contro il Word Economic Forum a Davos.
Solidarietà a Andy, compagna del Soccorso Rosso Internazionale, condannata a 17 mesi dal Tribunale Federale di Bellinzona in un processo politico che mirava a essere un segnale di intimidazione per le nuove generazioni di compagne e compagni.
Maggio è la data della possibile libertà condizionale di Marco Camenish, ma questa è stata respinta. In tutti questi anni Marco è sempre stato presente nel movimento con i tanti scioperi della fame, con le sue traduzioni e contributi scritti. Ciè sempre stato accanto, facciamo nascere un’ampia e forte mobilitazione per vederlo a maggio libero tra noi!!
Non lasciamo il mondo, prima che sia troppo tardi comprendiamo l’estrema necessità di opporci all’avanzata delle biotecnologie e nanotecnologie.
“Ogni cosa fluisce, ogni cosa si muove verso un qualche punto, gli esseri viventi e le rocce così dette inanimate come l’acqua. Fluisce la neve, rapida e lenta, fluisce l’aria in maestose inondazioni che trasportano minerali e foglie, semi e spore, torrenti di musiche e profumi; fluisce l’acqua trasportando rocce, fluiscono le rocce dalla bocca dei vulcani, come acque delle fonti e gli animali si aggruppano ed è tutto un fluire, un avanzare di zampe, di groppe in salto, d’ali spiegate, sulla terra, nell’aria, nel mare….. E intanto le stelle corrono nello spazio spinte dal perenne pulsare, come globuli rossi nel sangue della Natura.” J. Muir, “la mia prima estate sulla Sierra”
Aggiornamento dell’ultimo momento: mi è stato comunicato che verrò spostata nella sezione normale.
Silvia Guerini